Bilancio sociale e Terzo settore: serve una spinta gentile

Digitalizzazione, adattabilità e ruolo delle reti associative per promuovere la redazione, anche volontaria, del principale documento sulla rendicontazione sociale sociale. Una riflessione sul tema della trasparenza a partire dall’esperienza della piattaforma Iscoop 

di Eleonora Cerulli

A disposizione un nuovo strumento sulla rendicontazione sociale che coniuga digitalizzazione e adattabilità: è Iscoop, la nuova piattaforma di Legacoopsociali presentata lo scorso 3 febbraio, nata per supportare le cooperative sociali e le imprese sociali associate alla stessa Legacoop, nella elaborazione del proprio bilancio sociale. L’intento è quello di facilitare il percorso di adeguamento all’obbligo normativo di rendicontazione sociale previsto dalla riforma del Terzo settore.

Le cooperative sociali sono infatti tra i soggetti chiamati a redigere il bilancio sociale (art. 9 del dlgs 112/2017), secondo le Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore e delle imprese sociali (decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 4 luglio 2019).

Alla presentazione online sono intervenuti la presidente nazionale Eleonora Vanni, la responsabile area progetti Legacoopsociali Maria Felicia Gemelli, il direttore generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese Alessandro Lombardi, la coordinatrice area ricerca di Aiccon Sara Rago e il presidente di Fondazione Pico Giancarlo Ferrari.

Nel suo intervento, il direttore generale Lombardi ha sottolineato come la predisposizione del bilancio sociale non debba essere vista come mero adempimento formale, ma come uno strumento che concorre, insieme ad una serie di altri istituti, a rafforzare l’immagine e il grado di conoscenza che ha la generalità dei consociati degli enti del Terzo settore (Ets). Il valore della trasparenza deve essere colto nella sua dimensione relazionale, il sistema di pubblicità di dati e informazioni e la loro accessibilità, attiva una relazione di fiducia tra gli enti del Terzo settore e i cittadini, in modo che questi possano fare scelte consapevoli di sostegno finanziario o di impegno sociale entrando a far parte dell’organizzazione.

Questa piattaforma, ha aggiunto, non deve essere considerata come un sistema rigido, quando invece uno dei suoi punti di forza è la presenza di un certo margine di flessibilità e adattabilità che consente la valorizzazione delle specificità proprie delle singole organizzazioni.

Ha poi concluso sul ruolo delle reti associative, sottolineando il senso della funzione e dei compiti di supporto che il legislatore a voluto assegnare loro. Mettendo a disposizione metodologie, persone, strumenti, possono favorire tali processi nelle organizzazioni di più piccole dimensioni.

Digitalizzazione, adattabilità e ruolo delle reti associative, così come abbiamo visto nel caso di Legacoop, possono essere le parole chiave anche per favorire l’adozione volontaria del bilancio sociale tra i soggetti che non sono tenuti a farlo per legge.

Una soluzione software come Iscoop, più o meno articolata, può essere infatti sviluppata e predisposta, con le dovute specificità, anche per altre tipologie di Ets, per specifiche reti o settori. La digitalizzazione, anche nel Terzo settore, supporta e agevola processi e attività, soprattutto quelli di monitoraggio e rendicontazione sociale.

Sono proprio le linee guida ministeriali a suggerire la redazione del bilancio sociale per tutti gli Ets. Prevedono infatti che chi sceglie volontariamente di redigere il bilancio sociale dovrà comunque fare riferimento allo schema «La struttura e il contenuto del bilancio sociale» in esse contenuto, in modo da dare una rappresentazione attendibile ed esaustiva delle informazioni. Ma afferma anche un principio di adattabilità, consentendo una esposizione ridotta in relazione alle specificità proprie dell’ente, che sia comunque in grado di rispondere alle finalità informative del bilancio sociale.

La struttura del bilancio sociale proposta all’interno di Iscoop è un esempio dell’applicazione di adattabilità: oltre ai contenuti delle linee guida ministeriali, sono previsti ulteriori tre capitoli - responsabilità sociale, innovazione, cooperazione - per dare maggiore spazio e visibilità agli elementi distintivi della cooperazione sociale.

Alcune reti associative si trovano, molto probabilmente per via delle loro dimensioni, ad essere soggetti obbligati alla redazione. Potrebbero quindi con il loro bilancio sociale, fornire un modello di riferimento per i contenuti (es. definizione di alcuni dati minimi standard) e la forma (es. colori istituzionali); oppure prevedere la realizzazione di linee guida o schemi di redazione, che aiutino gli associati a redigere più facilmente il documento ed in generale ad approcciarsi ai processi di accountability.

Serve una spinta gentile per promuovere, anche, la redazione volontaria del bilancio sociale e con essa migliorare la trasparenza dell’intero Terzo settore.

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